Un logo ricco di significati
A noi il Lions ci fa una pippa!
Il simbolo araldico è diviso in quattro parti ognuna delle quali rappresenta gli ideali fondamentali sui quali si basa l'associazione:
Simbolo
della più antica storia di Milano, ma anche simbolo
della Milano da bere, dell'amaro Ramazzotti,
dell'aperitivo, e della moda (a noi ci interessano le modelle più che altro).
Altre notizie oltre a una bella immagine di un'altro simbolo un po' meno
pettine, ma che ci sta sempre denrto, la Scrofa Semilanuta (non è l'ultima
conquista di Gelinza), le trovate su Milano
In.
Le origini del Biscione sono abbastanza controverse, ci sono varie versioni, ne
riportiamo un paio.
Quella leggendaria: si narra di un tempo in cui la città di Milano era in preda
al panico per la presenza di un feroce drago che faceva strage tra la
popolazione. Finché un bel giorno un valoroso condottiero, Uberto Visconti, si
avviò verso la caverna dove il drago stava per divorare un bambino. Dopo una
lotta durata due giorni, Uberto ebbe la meglio e finalmente Milano fu liberata.
In memoria di questa impresa nell'insegna dei Visconti venne introdotta
l'immagine di un drago con un bambino in bocca, immagine che venne però
tramutata da un pittore poco abile in quella di una vipera, originando il "Biscione
Visconteo".
La versione storica fa invece riferimento ad un episodio accaduto ai tempi delle
crociate, e in particolare alla seconda, del 1100, alla quale parteciparono 7000
milanesi guidati dal capitano Ottone Visconti. Questi, durante l'assedio di
Gerusalemme, si scontrò con un gigantesco saraceno di nome Voluce, la cui
insegna era appunto quella di un serpente intento a divorare un uomo. Alla fine
del duello Ottone uscì vincitore e, oltre alle armi, fece proprio lo stemma del
nemico che diventò in seguito quello della famiglia.
Il Biscione visconteo viene ripreso sullo stemma araldico assieme all'aquila
sforzesca all'unione delle due famiglie.
Se ci cogliete qualcosa di fallico ci avete proprio preso...
Presso l'antica Brema il Pifferaio magico era simbolo di invidia verso la città di Hamelin (quello della fiaba che la nonnetta vi raccontava per farvi smettere di frignare, piccole rompicoglioni); a lui le tope andavano dietro con una facilità impressionante... e si faceva pure pagare dai cittadini di quella sordida cittadina! FProNobis è senza fini di lucro: a noi basta che ci inseguano come topine smarrite bisognose di una guida luminosa.
Lo
zoccolo duro dell'associazione s'è fatto almeno sei anni in questa valle
di lacrime (molti sono ormai fuori per buona condotta). Un bel negroni in
omaggio a chi indovina da dove è stato preso.
(sapendo
che siete una massa di ignoranti senza arte né parte, mentre noi siamo gente di
cultura anche se non sembra, ve lo diciamo noi: è un particolare de La
Scuola di Atene di Raffaello, 1509/1510, Stanze Vaticane, Roma, per maggiori
informazioni beccatevi il link
o quest'altro
ancora più pettine per una spiegazione di tutte le
Menti rappresentate). Per la cronaca (e se non avete voglia di acculturarvi
seguendo i link) il tizio che scarabocchia per terra raffigura un membro
FProNobis ante litteram, Euclide, con il volto del Bramante.
Una sola spiegazione:
1 levriero è da pezzenti
3 è volgare
2 pettine
Da
un dipinto (a sinistra) del Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (1454-1523), si evince
che Enea Silvio Piccolomini (noto anche come papa Pio II) era sì mecenate, ma
pure pezzente, perché in viaggio per il consiglio di Basilea si portava dietro,
malgrado il paggio, solo una bestia.
Da
affreschi presenti nella cappella della Rocca Sforzesca di Soncino si evince
come il levriero sia decisamente appropriato per FProNobis; infatti
nell'iconografia medievale il levriero rappresenta l'obbedienza remissiva:
l'animale Soncino è obbediente alla mano del padrone Sforza, e quindi il cane
è sciolto dalla catena; così come deve essere la vera donna FProNobis. Nel
duomo di Cremona invece il cane è legato perché pare che i cremonesi non
fossero poi così ossequiosi (a noi le belle bambine cattivelle non ci
dispiacciono: le facciamo to to sul sederino).